Abbattimento delle barriere architettoniche negli impianti sportivi
Praticare sport è un diritto di chiunque, compresi coloro che hanno difficoltà motorie o sensoriali, temporanee o permanenti: tutti e tutte devono poter godere della gioia e del benessere che l’esercizio fisico e il gioco di squadra sanno dare.
In Italia, la Legge 104/92, all’articolo 23, stabilisce che devono essere rimossi gli ostacoli all’esercizio di attività sportive affinché anche le persone con disabilità possano praticare sport senza limitazioni.
Di conseguenza, regioni, comuni e il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) hanno la responsabilità di rendere accessibili e fruibili a chiunque le strutture di loro competenza, eliminando le barriere architettoniche negli impianti sportivi.
I requisiti a cui attenersi sono diversi e dipendono da dimensioni e caratteristiche della struttura.
- Abbattimento barriere architettoniche edifici pubblici
- Norme CONI sugli impianti sportivi per l’accessibilità
- Norme sulla sicurezza degli impianti sportivi per l’uscita
- Spogliatoi e locali di primo soccorso accessibili
- Normativa per le tribune degli impianti sportivi per l’accessibilità
- Censimento nazionale degli impianti sportivi CONI
Abbattimento barriere architettoniche edifici pubblici
I grandi impianti come gli stadi e i palazzetti devono rispettare il requisito dell’accessibilità, perciò le persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale devono poter:
- raggiungere l’edificio e le sue singole unità
- poter entrare facilmente
- usare spazi e attrezzature in modo sicuro e autonomo.
In queste strutture, che possono ospitare anche decine di migliaia di persone devono essere presenti:
- spazi esterni accessibili alle persone disabili o almeno un percorso che le conduca facilmente dalla strada all’edificio
- un bagno accessibile su ogni piano e in prossimità delle vie di uscita o dei luoghi sicuri statici
- spazi liberi riservati alle persone su sedia a rotelle
Normativa barriere architettoniche edifici privati aperti al pubblico
Le palestre private e i piccoli centri fitness, invece, sono considerati luoghi aperti al pubblico perché sono attività a carattere per lo più commerciale e di conseguenza devono rispettare solo il requisito della visitabilità. Ciò significa che le persone con difficoltà motorie o sensoriali devono poter accedere ad almeno un bagno e agli spazi di relazione.
Norme CONI sugli impianti sportivi per l’accessibilità
Nel 2005 il Comitato Italiano Paralimpico ha elaborato i criteri di progettazione per l’accessibilità agli impianti sportivi.
Nel giugno del 2008, il Consiglio Nazionale del CONI ha approvato la delibera n. 1379 relativa all’impiantistica sportiva, che comprende anche le misure per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’accesso agli impianti da parte delle persone con disabilità.
Le regole stabilite dal Comitato Olimpico Nazionale si sommano a quelle previste dalle leggi in materia di progettazione, costruzione ed esercizio come, per esempio, le norme sull’igiene, sull’urbanistica, sulla sicurezza e anche quelle che puntano a superare le barriere architettoniche. Il CONI sottolinea che, in caso di contrasto fra le norme, valgono quelle più restrittive.
L’obiettivo della delibera n. 1379, quindi, è quello di fissare i livelli minimi qualitativi e quantitativi che devono essere rispettati quando un impianto sportivo viene ristrutturato o realizzato ex novo. Le indicazioni del CONI si applicano a tutti gli impianti sportivi, sia quelli in cui si pratica sport agonistico sia gli impianti sportivi detti “di esercizio”, cioè quelli in cui si pratica sport a livello amatoriale, oppure destinati alle attività propedeutiche e formative.
Questi impianti, stabilisce il CONI, devono essere realizzati e attrezzati perché siano utilizzati anche dalle persone disabili e se una struttura ospita manifestazioni sportive di interesse del Comitato Italiano Paralimpico, sarà quest’ultimo a stabilire in che modo debba essere accessibile.
Per analizzare o migliorare la fruizione di un impianto sportivo bisogna tenere conto di:
- viabilità all’interno del parcheggio
- flussi di spostamento dal parcheggio all’impianto e viceversa
- flussi di entrata e di uscita dall’impianto
Norme sulla sicurezza degli impianti sportivi per l’uscita
Le regole imposte dal CONI prevedono che l’impianto sportivo sia dotato di aree di parcheggio riservate alle persone con disabilità e che queste debbano trovarsi vicino agli ingressi e alle uscite. Nei parcheggi destinati a pubblico, atleti e atlete, deve essere presente almeno un posto auto per disabili ogni 50 e il percorso di collegamento tra queste aree di parcheggio e l’entrata dell’impianto sportivo deve essere privo di barriere architettoniche.
Il testo della delibera stabilisce anche le regole per l’uscita sicura delle persone disabili dalla struttura.
Gli impianti sportivi, infatti, possono ospitare anche decine di migliaia di persone, quindi le vie di esodo, che permettono alle persone di spostarsi in luoghi sicuri senza ostacoli, devono tenere conto di:
- numero massimo di persone che possono affollare la struttura
- livello di attività sportiva praticato in quell’impianto
- numero di persone presenti nello stesso momento
Nella progettazione di queste vie bisogna considerare anche dei tempi che le persone con disabilità potrebbero impiegare per uscire dall’impianto e quindi prevedere, dove necessario, dei luoghi sicuri per loro.
Spogliatoi e locali di primo soccorso accessibili
Gli spogliatoi per chi pratica sport devono essere accessibili e utilizzabili anche da chi ha una disabilità, perciò la luce netta delle porte non deve essere inferiore a 0,90 m. Se ci sono corridoi, disimpegni e passaggi all’interno di quest’area dell’impianto, devono essere strutturati in modo che anche le persone sulla sedia a rotelle possano muoversi e transitare agevolmente, così come indicato dalla normativa in vigore, e da ogni spogliatoio si deve poter accedere al bagno e alle docce.
Deve essere presente una panca lunga 0,80 m e profonda circa 0,50 m con uno spazio laterale libero di 0,80 m dove poter lasciare la sedia a rotelle. Infine, dev’essere presente una fontanella di acqua potabile nelle immediate vicinanze dello spogliatoio.
Anche gli spogliatoi riservati ai giudici di gara e agli istruttori devono essere progettati per chi ha difficoltà motorie o sensoriali, quindi almeno uno dei bagni deve essere accessibile anche a chi ha una disabilità ed è sconsigliata la presenza della doccia al suo interno.
Quando si pratica sport gli infortuni sono piuttosto frequenti, perciò l’impianto deve prevedere un locale di primo soccorso, che dovrebbe trovarsi vicino agli spogliatoi e che, in ogni caso, deve essere facile da raggiungere sia dalle aree dell’impianto destinate alla pratica sportiva vera e propria, sia dall’esterno. Lo spazio tra una zona e l’altra deve essere tale da poter spostare facilmente anche una barella e in questo locale dev’essere presente un bagno accessibile e utilizzabile da tutti e tutte.
Normativa per le tribune degli impianti sportivi per l’accessibilità
Le aree dell’impianto sportivo destinate al pubblico devono rispettare le norme sulla sicurezza ed essere strutturate in modo che tutte le persone possano muoversi liberamente e possano vedere lo spettacolo senza ostacoli. Dove possibile, ogni settore dell’impianto deve essere accessibile anche a chi ha una disabilità.
Negli impianti più importanti devono essere previsti settori indipendenti per il pubblico ospite come, per esempio, le autorità e i media, e anche queste aree devono essere accessibili alle persone con disabilità.
Censimento nazionale degli impianti sportivi CONI
Il patrimonio di impianti sportivi in Italia è molto ampio e così il CONI, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha avviato un censimento nazionale per avere un quadro completo e aggiornato delle strutture sportive esistenti, per poter contare su uno strumento di pianificazione territoriale completo e comprendere come e dove veicolare gli investimenti, per far sì che sempre più persone possano praticare sport liberamente e senza ostacoli.