Il progetto Activage

Internet e sanità a sostegno dell’invecchiamento attivo

Tecnologie innovative, ambienti domestici “smart”, internet e vita indipendente. In una parola Activage, progetto europeo compreso nel più vasto programma comunitario Horizon 2020, che ha tra le più importanti direttrici di ricerca proprio la “age-friendly housing”, ovvero “l’abitazione amica dell’anziano”.

È infatti la fascia degli over65, protagonista e destinataria insieme del progetto. Anziani che soffrono di una o più patologie croniche e che, per questa ragione, necessitano di cure sanitarie costanti e specializzate. Il ricovero in strutture residenziali o di lungodegenza riabilitativa potrebbe apparire la soluzione più immediata, ma in realtà è quella che pesa di più sulle famiglie e sui servizi sanitari. Senza trascurare – anzi ponendolo in primo piano – il desiderio di ogni anziano di poter restare a casa propria.

Il progetto Activage si sviluppa su grandi dimensioni: 49 partner, 7 paesi europei partecipanti, 9 siti di sviluppo, 7.200 utenti coinvolti, oltre 40.000 strumenti e tecnologie innovative riconducibili al concetto di Internet of Things (IoT).

L’Italia ha scelto l’Emilia Romagna, e Parma in particolare, per avviare il progetto che avrà la durata di due anni. Duecento gli anziani over65 coinvolti, di cui 100 come gruppo sperimentale e 100 come gruppo di controllo; 300 caregiver, 10 medici di medicina generale, 20 operatori sanitari e 20 socio-assistenziali, decine di altri professionisti esperti di tecnologie assistenziali.

Il gruppo di anziani è stato selezionato tra coloro che hanno subito un ictus con conseguenze non gravi sulla salute. Dunque, lo studio prende le mosse dai bisogni principali di un paziente che deve riprendere gradualmente l’attività motoria, mantenere una qualità di vita adeguata alla sua condizione, con l’obiettivo di sostenere e migliorare la vita indipendente nella propria casa.

Il progetto Activage in concreto

Come si sviluppa il progetto in concreto? Activage procede in tre fasi: la prima consiste nella certificazione e validazione da parte di medici e operatori sanitari di un protocollo terapeutico. Quindi, nella seconda fase, si prevede l’utilizzo di sensori, dotati di tecnologia IoT, per monitorare i pazienti e il loro ambiente domestico. Si tratta di sensori ambientali, come per esempio i sensori di movimento che segnalano una riduzione della capacità di deambulazione e, dunque, la necessità di predisporre strumenti di supporto come miniascensori per la casa o montascale a poltroncina.

In questa fase saranno installati anche sensori di presenza e sistemi di rilevazione del contatto magnetico, per tenere sotto controllo le aperture e chiusure di infissi o l’utilizzo di dispensatori di farmaci.

Infine, nella terza fase, tutti i dati raccolti dai sensori verranno trasmessi online, elaborati, analizzati e restituiti ai pazienti e ai loro caregiver o familiari attraverso il Fascicolo sanitario elettronico. Il medico curante riceverà una scheda sanitaria ad hoc per consentire l’individuazione delle strategie di intervento e cura.

Al progetto Activage partecipano partner pubblici e privati che operano in diversi settori, dalla sanità all’informatica e domotica, dalla ricerca accademica alle telecomunicazioni.

In Italia, Activage ha messo in sinergia, tra gli altri, la Regione Emilia-Romagna, CUP 2000 S.c.p.A., l’Azienda USL di Parma, l’Università di Parma, la Cooperativa sociale Aurora Domus, l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, IBM ResearchGmbh.

CUP 2000, in particolare, è la società ICT che opera in ambito sanitario e che ha sviluppato e gestisce l’infrastruttura e-health regionale e altri servizi. Nell’ambito di Activage, tutti i dati elaborati dai sensori verranno inviati a CUP 2000, che provvederà ad inserirli nel Fascicolo sanitario elettronico di ogni singolo paziente e nella cartella per la valutazione del medico di medicina generale.

Il progetto europeo Activage, oltre che promuovere l’utilizzo di una vasta piattaforma IoT per migliorare l’invecchiamento attivo – l’Europa ha la più alta percentuale di anziani nel mondo che peseranno per il 9% del PIL nel 2050 – ha anche l’ambizioso obiettivo di creare nuovi mercati, promuovendo crescita e competitività nel settore dei dispositivi e delle tecnologie legate alla cosiddetta “vita indipendente”.

Insomma, nuovi, potenziali modelli di business rivolti in particolare all’industria tecnologica, alle piccole e medie imprese che vogliono investire in prodotti ad alto valore aggiunto.