Gradino interno casa: come gestirlo

Giuseppe Trieste, presidente di FIABA ONLUS, nel suo post dedicato all’accessibilità globale, ha posto l’attenzione sulla figura del progettista che, secondo i principi dello universal design, deve considerare tutti gli ostacoli che possono impedire a un individuo di fruire in maniera adeguata di un ambiente. Questo significa che, indipendentemente dal fatto che operi nel pubblico o nel privato, il progettista deve tenere conto non solo delle persone con disabilità motorie, ma di tutti coloro che possono avere difficoltà a muoversi, come gli anziani, le donne incinte, gli ipovedenti o chi trasporta dei pesi.

Nelle abitazioni private possono esserci ostacoli che con l’età rendono impossibile l’uso di locali fondamentali. Ad esempio, il gradino che a volte si trova all’interno dei bagni è una soluzione tecnica adottata per creare la pendenza adeguata per gli scarichi, ma aumenta la pericolosità e l’agibilità di questo ambiente. Il gradino o dislivello può quindi sembrare pratico ed economico, ma in realtà può trasformarsi in una barriera insormontabile.

Se in altri punti della casa, in particolare all’esterno, è possibile ovviare al dislivello con una rampa, nel bagno è spesso più difficile e la rimozione del gradino implica una ristrutturazione complessa che può comportare una diversa disposizione dei sanitari.

“Pensare accessibile” non significa rinunciare all’estetica, bensì progettare un locale che la maggior parte delle persone possa usare senza difficoltà, anche quando non ci sono urgenze da risolvere.

Cosa dicono le norme: rampa o gradino?

Rampa o gradino? Il problema potrebbe porsi in fase di ristrutturazione, per esempio quando, per cambiare o modificare alcuni impianti, bisogna sollevare il pavimento in un punto specifico, creando e un dislivello rispetto al resto della superficie.

Il DM 236/89 attuativo della legge 13/1989 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” è molto preciso e all’articolo 8, punto 8.1.2, specifica che “qualora i pavimenti presentino un dislivello, questo non deve superare 2,5 cm”. In caso di superamento della misura è necessaria una rampa che rispetti la pendenza dell’8%.

Se però nell’abitazione non è presente una persona con disabilità o con difficoltà motorie e si sceglie di realizzare in ogni caso un gradino, vale la considerazione espressa in precedenza: una casa progettata per assecondare le fasi della vita di una famiglia o di una singola persona avrà meno necessità di interventi di ristrutturazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche nel corso del tempo.

In presenza di dislivelli complessi, come nelle case su più piani con scale interne o scale di accesso all’abitazione privata o in condominio, il DM 236/89 contempla l’utilizzo di “servoscala e piattaforme elevatrici” delle quali indica categorie e caratteristiche (dimensioni, portata, velocità, ecc.).

I miniascensori per interni ed esterni come Armonico di KONE Motus sono l’ideale per superare questi dislivelli e rappresentano una soluzione semplice, funzionale e rapida grazie ai tempi brevi di installazione con opere murarie minime, a conferma che pregio, design, utilità e accessibilità possono convivere con facilità nello stesso contesto.

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