Dimensioni degli ascensori per le persone disabili

Installare un ascensore nella propria casa, in condominio o in ufficio è spesso la scelta migliore per rendere i piani dell’edificio accessibili a tutti: persone con disabilità, famiglie con bambini, persone anziane e in generale chiunque abiti o lavori nell’immobile. Tuttavia, non è sempre facile capire se lo spazio a disposizione nel proprio fabbricato sia effettivamente sufficiente a ospitare l’elevatore. 

In questo articolo vediamo insieme quali sono le dimensioni minime da rispettare per installare un ascensore per persone con disabilità e quali caratteristiche dovrebbe avere l’impianto per garantire a tutti di accedervi e utilizzarlo facilmente. 

Le dimensioni minime previste dalla legge

Il primo passo per capire se l’edificio può ospitare un ascensore per persone con disabilità è conoscere le dimensioni minime previste dalla legge. Il riferimento normativo principale è il Decreto Ministeriale 236/1989 e in particolare l’articolo 8.1.12

La norma distingue tre situazioni:

  • l’installazione dell’ascensore in un edificio non residenziale di nuova realizzazione;
  • l’installazione in un edificio residenziale di nuova edificazione; 
  • l’installazione in un edificio preesistente.

Ecco cosa è previsto nei singoli casi.

Edificio di nuova costruzione

Secondo l’articolo 8.1.12 del DM 236/1989, le misure minime da rispettare per installare un ascensore in un edificio non residenziale e quelle previste per un edificio residenziale sono lievi:

  • in caso di edificio non residenziale, l’ascensore deve avere:
    •  una cabina profonda almeno 1,40 m e larga 1,10 m;
    • una porta con luce netta sul lato corto – cioè la larghezza dell’apertura meno la larghezza del telaio – di almeno 80 cm;
    • una piattaforma minima di distribuzione – che si trova di fronte alla cabina – di almeno 1,50 m x 1,50 m;

  • in caso di edificio residenziale, l’ascensore deve avere:
    • una cabina profonda almeno 1,30 m e larga 95 cm;
    • una porta con luce netta sul lato corto di almeno 80 cm;
    • una piattaforma minima di distribuzione di almeno 1,50 m x 1,50 m.

Edificio esistente

Spesso nei nostri articoli abbiamo ricordato che il patrimonio immobiliare italiano è datato, in molti casi antico. Scale strette e spazi angusti sono presenti in numerosi edifici, tanto da non permettere l’installazione di un ascensore all’interno dell’immobile. In questi casi, infatti, potrebbe essere più indicato un montascale a pedana o un elevatore da esterno. 

Tuttavia, le dimensioni minime previste dalla legge per l’installazione di un ascensore per persone con disabilità, negli edifici residenziali, sono tali da aprire diverse possibilità a chi desidera migliorare l’accessibilità dell’edificio in cui vive e valorizzarlo.

Infatti, il DM 236/1989 prevede che, negli edifici esistenti, se non è possibile installare cabine di dimensioni superiori, l’ascensore deve avere queste misure minime:

  • la cabina deve essere profonda 1,20 metri e larga 80 centimetri;
  • la porta della piattaforma deve avere una luce netta minima di 75 centimetri sul lato corto;
  • la piattaforma minima di distribuzione deve essere di 1,40×1,40 metri.

La norma poi dà anche altre indicazioni sulle caratteristiche dell’elevatore, utili a capire, per esempio, che tipo di apertura prevedere e quali misure deve avere la bottoniera.

Cabina, tempi minimi di apertura e chiusura, tolleranze

Secondo il DM 236/1989, le porte della cabina e del piano dell’ascensore devono essere a scorrimento automatico e se si prevede un adeguamento, la porta del piano può essere ad anta incernierata – cioè  con ante collegate al muro grazie a delle cerniere -, a patto che sia presente un sistema per l’apertura automatica.

Il DM indica anche il tempo minimo di apertura e di chiusura delle porte – almeno 8 secondi per l’apertura della porta, almeno 4 per la sua chiusura – e la tolleranza massima per l’arresto ai piani. Secondo la norma, infatti, quando l’ascensore arriva al piano, l’autolivellamento deve avere una tolleranza massima di più o meno 2 cm, in questo modo chi si sposta sulla sedia a rotelle potrà entrare e uscire dalla piattaforma con tranquillità. Infine, il decreto stabilisce che, quando l’elevatore è fermo al piano, le porte debbano essere chiuse. 

Bottoniera: caratteristiche e misure minime 

Spostiamoci ora all’ingresso e all’interno della cabina dell’ascensore. La legge prevede delle misure minime anche per la bottoniera di comando interna ed esterna e altre caratteristiche indispensabili per permettere a chiunque di azionare l’elevatore:

  • i bottoni devono trovarsi a un’altezza massima compresa fra 1,10 e 1,40 m;
  • la bottoniera interna deve essere posizionata su una parete laterale, ad almeno 35 cm dalla porta della cabina;
  • è necessario prevedere un campanello di allarme e un citofono, che deve trovarsi a un’altezza compresa tra 1,10 m e 1,30 m;
  • i pulsanti di comando devono avere numeri in rilievo e le scritte con la traduzione in Braille;
  • l’arrivo al piano deve essere comunicato con un segnale sonoro.

Inoltre, secondo il decreto, l’ascensore deve avere una luce di emergenza con un’autonomia minima di 3 ore e, vicino alla bottoniera esterna, una placca in caratteri Braille per segnalare il piano. Infine, quando possibile, il decreto suggerisce di installare all’interno della cabina anche un sedile ribaltabile con ritorno automatico. 

Miniascensori per persone disabili

Finora abbiamo esplorato i requisiti minimi necessari di un ascensore accessibile alle persone con disabilità, ma quando l’edificio è di pochi piani – per esempio, si tratta di un piccolo condominio, una casa su più livelli o una villetta a schiera – la soluzione più indicata è il miniascensore. 

Il miniascensore, infatti, è progettato per offrire un’esperienza di viaggio sicura e confortevole. Con una velocità contenuta (0,15 m/s) e una corsa fluida, garantisce la massima stabilità al passeggero sia alla partenza che l’arrivo. A differenza dell’ascensore, non richiede spazi extra in alto (testata) o in basso (fossa): si appoggia direttamente sul pavimento, spesso senza dover ricorrere a lavori strutturali. Inoltre, può avere dimensioni davvero contenute garantendo, allo stesso tempo, comfort e libertà di movimento. Per esempio, Armonico di KONE Motus occupa poco più di un metro quadro e rispetta i requisiti minimi per l’accessibilità; anche il modello Dinamico si adatta facilmente agli spazi più ridotti, come le mansarde. 

L’acquisto di un miniascensore con queste caratteristiche rientra tra i lavori per cui è possibile beneficiare delle agevolazioni fiscali per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Vuoi saperne di più? Ti invitiamo a consultare la guida KONE Mouts ai finanziamenti e alle agevolazioni fiscali.

 

Contattaci

Scrivici se hai bisogno di informazioni di qualsiasi tipo o vuoi prendere appuntamento con un consulente KONE. Sopralluoghi e preventivi sono sempre gratuiti: elaboreremo per te una simulazione del montascale o dell’ascensore inserito nei tuoi ambienti e ti aiuteremo a scegliere il prodotto e le finiture più adatte.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *